Pubblicato originariamente su Strade
Quante volte avete sentito parlare di passaggi generazionali nelle imprese per leadership, capacità e “familismo amorale”? Ma quante volte avete sentito parlare delle implicazioni economiche dei passaggi generazionali? Quasi mai.
Leggevo della cessione della quota della Biondi Santi a una società francese, e la frase “ho liquidato mia sorella” mi ha fatto scattare la riflessione.
Spesso sono gli imprenditori stessi ad aumentare i problemi, rifiutandosi di pianificare il passaggio, ma comunque anche i problemi economici sono centrali, soprattutto per le famiglie ormai numerose.
Per assurdo la buona gestione di una azienda, da parte della famiglia, può essere un problema in fase di passaggio generazionale. Immaginate una famiglia che ha sempre reinvestito e lasciato la liquidità in cassa per avere una azienda in salute: l’azienda non ha debiti. Immaginate invece una famiglia che ha sempre prelevato i soldi, spostando sulle persone la liquidità: l’azienda ha debiti.
A parità degli altri fattori (avviamento, margini, ecc) la seconda azienda vale molto meno. In pratica, chi ha “spolpato” l’azienda potrebbe averne un beneficio: in caso di passaggio generazionale i proprietari della seconda azienda avranno meno tasse da pagare (almeno sulle quote aziendali) e liquidare eventuali soci o familiari sarà meno costoso. E magari si possono usare i soldi già prelevati dall’azienda.
Le scelte aziendali possono quindi incidere fortemente sul passaggio generazionale e creare problemi a chi vuole continuare l’attività ma si trova in crisi di liquidità. Una alternativa può essere quella di utilizzare l’eventuale cassa aziendale per liquidare i soci, ma questo può provocare problemi di indebitamento frenando fortemente la capacità di investimento. Così come certi management buy out fatti con i soldi dell’azienda.
Insomma il passaggio generazionale ha forti implicazioni di leadership, ma spesso ha grandi implicazioni economiche anche per l’azionariato. Uno dei possibili passaggi utili è aprire il capitale a terzi (chi scrive lo ha fatto) ma è qualcosa di praticabile per aziende già di discrete dimensioni.
E all’orizzonte c’è quasi sicuramente una rivisitazione delle tasse di successione.