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Quaranta anni

Pubbicato originariamente su blog aziendale e Linkedin

Lunedì scorso, settimana più, settimana meno, sono quaranta anni che ho iniziato a lavorare.

Ero poco più che diciottenne, avevo litigato il venerdì con i professori e deciso di smettere di studiare (ero in 4a liceo). Quindi mio padre mi disse: se vuoi smettere di studiare ok, ma lunedì mattina allora vieni in officina.

Iniziai come operaio, perché non sapevo fare nulla, e Raffaele, mio padre, racconta sempre che sono stato uno dei peggiori operai che abbiamo mai avuto. Allora bucavamo col trapano i telai e la leggenda narra che l’operaio Renato rompesse la punta ogni pochi telai. Probabilmente già allora le cose ripetitive mi annoiavano.

Poi, nell’Aprile 1980, venne il militare. E il congedo, il 7 Aprile 1981, arrivò giusto giusto per permettermi di andare a Zurigo a vedere Springsteen la prima volta, l’11, ma questa è un’altra storia.

Allora l’azienda era artigiana e minuscola, facevamo un po’ tutto, dai centralinisti ai camionisti, al caricare i camion, al dare una mano se serviva in officina. Per anni mio padre si alzava presto la mattina per mettere in fase i motori così che quando gli operai arrivavano potessero montarli. Qualcuno li definirebbe tempi eroici, ma facevamo solo il nostro lavoro.

Poi mio padre con la lungimiranza che lo ha sempre contraddistinto, aveva notato che ero portato per l’informatica, vedendo quanto velocemente avevo imparato ad usare il sistema per la sala prova (una vera innovazione per allora) che aveva un po’ di strumenti elettronici.

Poco dopo fece la follia di meccanizzare l’azienda, a memoria spese circa 80 milioni, l’equivalente oggi di circa 200.000 Euro (ma con una azienda enormemente più piccola quindi comparato ad oggi milioni). Ci trovammo quindi questo armadio in ufficio, un S/34 IBM. Feci i corsi, imparai a programmare e attraverso l’informatica cominciai a organizzare e capire tutti i processi aziendali. E passai in ufficio smettendo di far danni in officina…

Ma non avevo studiato, quindi cominciai a fare più corsi possibile per imparare, ho ritrovato recentemente il diploma del Corso di finanza aziendale fatto nel 1988, serale (47 lezioni, finivo di lavorare e andavo a Milano) fatto alla SDA – Scuola di Direzione Aziendale della Bocconi. Ma fu solo uno di tanti. Ancora oggi cerco di studiare e aggiornarmi.

Intanto, grazie al lavoro di tutti, l’azienda cresceva e si trasformava.

Allora facevamo, in un anno, le macchine che oggi, nei momenti di punta, facciamo in un mese. Erano tempi certamente diversi e a volte mi chiedo come facesse Gianfranco, mio zio, che ha costruito la nostra rete commerciale, a vendere già in tutto il mondo con quello che voleva dire allora in termini di comunicazione (il telex…) viaggi (il costo dei biglietti) e logistica.

Ma è grazie all’essere da allora nei mercati che oggi il nostro è un marchio conosciuto e considerato nel nostro settore.

Molti anni fa papà, lungimirante (la sua più grande qualità sul lavoro) e generoso passò la mano sulla gestione a me mio fratello, che era nel frattempo entrato in azienda. Ma ancora oggi nelle decisioni importanti vogliamo sapere il suo parere.

In 40 anni ho fatto cose pessime e preso decisioni sbagliate, ma per fortuna come team abbiamo fatto cose belle e bellissime che hanno mitigato e cancellato i miei errori. Perché gli errori sono del capo, i successi sono del team.

La mania dell’uso dell’informatica non è cambiata, e ci ha fatto cavalcare il cambiamento, ci ha permesso di crescere senza problemi e scossoni, di lavorare con una buona tranquillità e qualità.

Questi anni sono passati in un lampo, ma ho pochi racconti, perché il passato serve per imparare dai propri errori, ma la mia mente è sempre nel futuro, inutile pensare al passato, quello non si può cambiare.

Mi definisco spesso di “prima generazione e mezza” perché ho iniziato che l’azienda aveva 12 anni e oggi ne ha 52, quindi credo di aver portato il mio contributo alla crescita e alle prestazioni di questa società.

Ho dato tanto alla società e la Cifarelli Spa ha dato molto a me. Se oggi sono la persona che sono è grazie a chi ha lavorato con me e mi ha aiutato a imparare a crescere, prima di tutto mamma Rita (che ha sempre seguito l’amministrazione) e papà, Gianfranco, Roberto e tutte le persone con cui ho lavorato qui e fuori dai nostri cancelli. Perché siamo chi frequentiamo e frequentare persone capaci e stimolanti ti fa crescere.