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Alla fine dei conti

Pubblicato originariamente su linkedin

La telefonata di Oscar arriva un giovedì o venerdì di Novembre del 2014.

“Sabato iniziamo una nuova trasmissione, ti va di fare un intervento collegandoti alle 11.45 per parlare di imprese e burocrazia?” Ho fatto radio decenni fa, ai tempi delle radio libere, qualche collegamento ultimamente l’avevo fatto con amici e conoscenti che mi avevano chiamato per collegarmi a RAI2 o R24. Rispondo si.

Nel corso della settimana successiva mi richiama e mi dice “allora sabato ci sei alle 11.45?” e io incredulo: “ma non era per sabato scorso?” e Oscar “no, vorremmo rubrica fissa” (allora Oscar e Carlo Alberto erano i titolari della trasmissione), conoscevo Oscar e Carlo Alberto, Mario solo via social.

Così è iniziata una avventura de I conti della belva che si è chiusa sabato 27 luglio 2019.

Oscar Giannino e Carlo Alberto Carnevale Maffé erano stati incaricati di una missione impossibile, rivitalizzare gli ascolti del sabato (Marta Cagnola aveva il mandato per il pomeriggio) e credo la loro idea fosse di fare una specie di alto gradimento della economia, serietà sui dati, linguaggio e atteggiamento leggeri, come adatto al week end. Mentre Mario Seminerio era stato portato a bordo come analista per commentare i dati della settimana, forse mi consideravano una specie di comandate Raimundo Navarro che comunicava dal fronte del fare impresa in Italia. Gli ascoltatori della prima ora forse ricordano le telefonate di imitazione di Mario. Ma per fare una cosa così complessa ci vogliono budget e tempo, entrambi mancanti.

Da allora sono passati un po’ di anni, ad un certo punto la titolarità della trasmissione è passata a tutti quanti, continuo a pensare, come dissi, che Mario lo meritava, io no.

Ci è sempre probabilmente mancata una voce femminile, Francesca Del Rosso (che ci manca molto) partecipò per un po’. E ad ogni passaggio io mettevo a disposizione di Oscar e del team la mia partecipazione. Anche l’anno scorso (o quello prima, boh), alla ripresa avevo detto che secondo me la mia presenza era ormai in più e quindi era meglio smettessi, lasciando spazio ad altri. La risposta di Oscar fu spiazzante: “veramente volevamo facessi tutta la trasmissione, quando hai tempo”. Insomma io perennemente insoddisfatto dei miei risultati, come sempre accade, a considerarmi una palla al piede e loro a considerarmi una risorsa.

La missione iniziale è stata assolutamente compiuta, gli ascolti della radio sono costantemente saliti fino a raggiungere numeri, da quanto mi dicono, veramente importanti. La nostra capacità di gestione dei social (più per gli altri che per me), soprattutto per Twitter che ha numeri bassi, ma fa da agenda setting da quando è il megafono dei politici, ha anche creato una affezionata community on line.

La trasmissione si è evoluta, io continuo ad essere insoddisfatto del mio ritmo, dell’uso della voce ecc ma sarò sempre grato ai compari per avermi supportato e sopportato. Ho imparato moltissime cose, anche per me la trasmissione è stata una ottima scuola di economia. Ho poi appreso moltissimo a confrontarmi con persone che considero geniali nel loro settore e la collaborazione si è trasformata in una amicizia. Ho avuto l’occasione di avere una visibilità, grazie a loro, che mai avrei immaginato.

Ma certamente quello che porto a casa è un arricchimento culturale e professionale incredibile.

Sono persone speciali, con i loro pregi e difetti che ognuno di noi ha, ma certamente persone con la schiena dritta: abbiamo avuto forti pressioni, sempre gestite nel modo più adatto. Abbiamo sempre onestamente espresso le nostre idee, senza esagerare, con equilibrio, nonostante quello che molti pensano, anche nei confronti di editore e direzione della radio. Siamo sempre, con qualunque governo fosse in carica, stati accusati di essere anti governativi. Se parlare di dati, di come la si pensa sulle leggi è anti governativo, probabilmente lo siamo. Peccato che spesso le cose sono poi andate esattamente come noi pensavamo. E vi assicuro che spessissimo avremmo preferito avere torto. Abbiamo espresso pubblicamente i nostri disaccordi interni quando c’erano.

La mia parte, da non economista, era quella dell’uomo della strada, quale alla fine sono, nato e cresciuto in provincia come sono, cresciuto nei bar, senza molti studi e avendo iniziato a lavorare da giovane.

Non avevo molti dubbi sul nostro futuro da novembre scorso, dopo l’ultima volta che ho incontrato il mio (ex) amico Vincenzo Boccia, il quale mi ha espresso, in pubblico (per questo lo dico), il suo pensiero, non positivo, sulla trasmissione in modo molto esplicito e colorito.

Questa avventura è finita, è normale, succede, sono per il mercato anche in questo caso, l’editore fa le sue scelte e noi vedremo se c’è spazio per il nostro prodotto. Certo cercheremo di non disperdere il team.

L’affetto che ci ha circondato negli ultimi giorni è stato grandissimo e vorrei qui ringraziare tutte le persone che ci hanno supportato e fatto i complimenti.

Io non cancellerò R24 dalle mie frequenze, continuerò ad ascoltare i molti ottimi professionisti che ci lavorano, come ho sempre fatto. Nessuna recriminazione o lamento. I risultati diranno se le scelte sono state corrette.

Nell’ultima puntata ci siamo divertiti anche con un po’ di musica.

Comunque #noretreat #nosurrender

Nessun rimpianto sulle scelte fatte, sulle cose dette, pensiamo di aver fatto un buon lavoro divertendoci.

Grazie Carlo Alberto, grazie Mario, Grazie Oscar.